Cantieri Sportivi sempre più vivi, continua lo sport educativo nei parchi della città

I cantieri sportivi sono presenti sul territorio reggiano dal 2014, negli anni hanno cambiato forma e volto, ma sempre con uno scopo ben preciso: avvicinare i giovani allo sport e avvicinarsi ai giovani, entrando in relazione con loro. Il progetto si rivolge ai ragazzi tra i 14 e i 20 anni, che grazie alla presenza di educatori ed allenatori, possono liberamente mettersi in gioco.
Proprio questa libertà di partecipazione è alla base del progetto: i cantieri si svolgono in 5 diversi parchi pubblici della città e sono totalmente gratuiti.

Quest’anno l’iniziativa dei cantieri sportivi è promossa da Officina Educativa / Partecipazione giovanile e benessere, il servizio del Comune che si occupa, tra le altre cose, di politiche giovanili, grazie ad un finanziamento regionale e si inserisce all’interno del più ampio progetto Chance. Al bando indetto dallo stesso Comune hanno risposto “presente” società sportive e realtà educative del territorio, dando vita a diverse collaborazioni, consolidate da un percorso di formazione comune. In ogni cantiere operano così sia educatori che operatori sportivi, che da giugno fino a dicembre sono presenti per due ore, due pomeriggi alla settimana. In particolare Akarui Dojo e Giro del Cielo collaborano nel quartiere Rosta, UISP e Accento in zona stazione, Heron e Progetto Crescere nel quartiere Villaggio Stranieri, CSI e San Giovanni Bosco sono invece partner in due cantieri, supportati da Pieve Volley al parco Il Carrozzone e da Progetto Aurora e Parrocchia nella zona di San Prospero.

Al termine del periodo estivo e alle porte della stagione autunnale abbiamo fatto qualche domanda a Carmine Limongelli, operatore sportivo del CSI di Reggio Emilia, e Andrea Marino, educatore della cooperativa sociale San Giovanni Bosco.

Quali sport proponete? In che modo aiutano a entrare in relazione con i ragazzi?
Lo sport principale è il calcio, poi proponiamo anche altri sport di squadra come basket, pallavolo, baseball e football americano o altre attività come esercizi di equilibrio e lancio del vortex.
La prima scelta cade spesso sul calcio, proprio perchè essendo il più popolare tra gli sport del campetto aiuta a entrare meglio in contatto con i ragazzi. Lo sport in generale, soprattutto nei contesti informali, è un mezzo importante per superare le prime diffidenze e timidezze: su un campo è facile che si giochi contro persone che non si conoscono, cominciando a instaurare una relazione che poi può continuare e svilupparsi anche al di fuori dell’attività organizzata o della partita. Un altro aspetto è l’autostima, lo sport permette anche a chi è meno sicuro dei propri mezzi di mettersi in gioco e partecipare, poi fare un gol, andare a canestro o segnare un punto fanno il resto.

Ci sono state difficoltà o ormai il progetto è conosciuto e i ragazzi sanno già chi siete?
Grandi difficoltà no, c’è stata un po’ di diffidenza iniziale, come è normale che sia; l’educazione di strada e l’incontro con ragazzi mai conosciuti prima richiede parecchia pazienza, bisogna entrare in confidenza e guadagnarsi la loro fiducia. Col tempo e con un costante lavoro di relazione i ragazzi hanno cominciato a riconoscere agli educatori il loro ruolo all’interno del parco e a ricordarsi i giorni e gli orari delle attività.

L’entusiasmo iniziale è ancora vivo o è stato frenato dall’estate? Lo avete colto in un momento particolare?
L’entusiasmo c’è e, al contrario, è cresciuto col tempo. Il fatto che le nuove proposte arrivino da persone adulte e siano organizzate tiene alto l’interesse dei ragazzi, che possono così vivere opportunità diverse dalla loro routine. Da parte nostra, vedere che le proposte vengono apprezzate e partecipate ci spinge a trovarci sempre volentieri.
Un momento di particolare entusiasmo, aiutati dalla coppa in palio, è stato il torneo di basket che abbiamo organizzato per la sagra della parrocchia. Nonostante fosse una domenica, e quindi non un giorno di frequenza del progetto, il torneo è stato molto partecipato da ragazzi di diverse fasce di età, rendendolo forse meno avvincente, ma contribuendo a realizzare una giornata bella e coinvolgente.

Mattia Capotorto