Box invenduti di Piazza della Vittoria: “A che punto siamo?”

La piazza più spoglia del mondo è stata ricoperta ormai da un anno e mezzo e seguita a vivacchiare nel suo grigiore, accessi transennati inclusi; ma non è ancora dato sapere cosa accadrà sotto di essa.

Non è noto infatti lo stato dell’arte relativo alla vendita di box e posti auto interrati: al momento dell’inaugurazione (novembre 2016) i box ancora inoptati erano quasi 150, sui totali di 247 previsti.

Desidero ricordare, come ormai da anni, che l’art.11 bis della concessione prevede la possibilità per il concessionario di rivedere l’equilibrio economico finanziario dell’operazione anche quando, come recita il punto c) si verifichi il “mancato raggiungimento di un livello minimo di ricavi, non dipendente da fatti o scelte imputabili al concessionario, sufficiente ad assicurare la copertura dei costi operativi di esercizio e dei flussi di cassa a servizio del debito”.

Cosa significa in concreto?

Che se la procedura di revisione andasse a buon fine per il concessionario, il Comune di Reggio dovrebbe farsi carico dei box invenduti, oltretutto al prezzo, attualmente fuori mercato, di 35.000 euro l’uno.

Pertanto, se la situazione fosse ancora la medesima, la nostra amministrazione dovrebbe sborsare circa 5 milioni di euro (150 x 35.000 euro) per garages che ad oggi hanno un valore commerciale di meno della metà.

Si consideri a tal proposito che a due passi dalla Piazza, in via Pansa, il prezzo dei box è indicativamente di 10.000 euro, oltre tre volte inferiore a quello della convenzione col Comune.

Sempre l’art. 11 bis prevede peraltro che “La revisione concordata potrà avere ad oggetto, a scelta del Concedente, anche o in alternativa a quanto sopra, la

possibilità da parte del Concessionario di ottenere in concessione, ad eventuale titolo di riequilibrio, aree di sosta di superficie già tariffate o da sottoporre a tariffa, comunque previa accettazione delle stesse da parte del

Concessionario”.

Ipotesi realisticamente più accessibile, ma a quel punto onerosa per la collettività, che si troverebbe ad affrontare un’ulteriore restrizione delle aree a sosta gratuita.

Domando allora: a che punto siamo?

Verrà data risposta o dovremo organizzare, dopo tre anni, un altro riuscitissimo piscina party?

Francesco Fantuzzi, Reggio città aperta