Boom del biologico nel reggiano. Cervi (CIA): “Non è una moda, ma una solida realtà”

Più forte dei cambiamenti climatici, della crisi e della burocrazia. È l’agricoltura biologica ‘made in Reggio’, un settore in continua espansione che fa segnare un boom di aziende e superfici coltivate.

“Non siamo dinnanzi a una moda passeggera ma a una solida realtà che ha forti radici nella nostra tradizione agricola ed è destinata ad avere una decisa crescita negli anni a venire”, sottolinea Cervi (presidente Cia di Reggio). E poi presenta i numeri. Le aziende agricole bio di Cia sfiorano le trecento unità. La parte del leone la fa la montagna con oltre 132 imprese, seguita da Reggio (84), Val d’Enza (65), e Bassa (18). Negli ultimi cinque anni l’incremento di aziende ha superato il 60% sul territorio reggiano, mentre quello di ettari arriva al +65%.

Erica Iori

Erika Iori, responsabile del settore per Cia Reggio, entra quindi nel dettaglio: “La parte preponderante dell’agricoltura bio è rappresentata dai seminativi (80%). Al secondo posto vengono prati e pascoli (12%), poi la vite (3%) e la frutta (3%). Ma l’ascesa del biologico sta contagiando anche il settore zootecnico. Basti pensare che a Ventasso un’azienda Cia vende carni fresche e produce ragù da chianine. Mentre in città assistiamo a una decisa crescita di apicoltori”.

“Ormai il biologico rappresenta unafetta importante del comparto dell’agroalimentare e i margini di espansione sono davvero notevoli – aggiunge Cervi -. Ma deve essere evitato l’errore di metterlo in contrapposizione con l’agricoltura integrata e sostenibile e con il contributo che essa porta alla sicurezza alimentare: si tratta di due realtàche devono camminare di pari passo nel reciproco rispetto”.

Antenore Cervi

Una cosa è certa: la scelta ‘biologica’ è etica ma anche di mercato. “Sta mutando molto velocemente la mentalità dei consumatori – sottolinea Iori -. Basti pensare che otto cittadini su dieci hanno comprato bio nell’ultimo anno. Oltre il 40% di loro è ‘frequent user’ e compra bio ogni settimana. Per ragioni salutistiche, per caratteristiche di sicurezza e qualità, perché il biologico viene ritenuto più rispettoso dell’ambiente. E a questa domanda crescente assistiamo in prima linea. La nostra associazione è di frequente contattata da reggiani che chiedono indirizzi di aziende della loro zona dove comprare bio. Addirittura, nei giorni scorsi, un’associazione di neomamme ha voluto una lista completa di imprese di tutto il territorio reggiano…”.

Per gli imprenditori bio non mancano però le difficoltà. Tra tutte spiccano la burocrazia – gli adempimenti sono stati semplificati ma si deve fare di più – e il meteo. “Il settore agricolo è quello che, più di tutti, subisce gli effetti dei cambiamenti climatici e il biologico in particolare – conclude il presidente -: avendo limitate possibilità d’intervento con trattamenti, le colture sono infatti più esposte alle bizze della stagione. E, negli ultimi mesi, ne abbiamo viste davvero troppe”.

Cia sarà protagonista alla 31esima edizione di Sana – il Salone internazionale del biologico e del naturale, che si terrà a Bologna dal 6 al 9 settembre – con lo stand D68 nel Padiglione 29. Nei 24 mq di area espositiva, in linea con l’obiettivo ‘plastic free’ dell’edizione 2019 del Sanae con le buone pratiche dell’economia circolare, Cia opta per allestimenti in cartone e materiali ecocompatibili. Spazio anche all’innovazione con l’utilizzo della Realtà Aumentata: speciali totem ecofriendly a forma di alberi proietteranno immagini virtuali per veicolare i messaggi degli Agricoltori Italiani, in particolare i contenuti della Carta dei Valori del Biologico Italiano.

l.s.