Biometano, il presidio in Piazza Gioberti: “No a un progetto scriteriato!”

Giovedì 13 mattina si è tenuto un presidio sotto la sede di Arpae in Piazza Gioberti in concomitanza con l’ennesima seduta di Conferenza Dei Servizi “per proseguire la protesta che ci vede esclusi dalla partecipazione del percorso autorizzativo nonostante la normativa nazionale dica una cosa che la Regione si rifiuta di accogliere.  il 20 Giugno prossimo avremo il contentino del “contraddittorio” tra noi e iren”, spiegano gli attivisti del Coordinamento Provinciale dei Comitati Ambiente e Salute di Reggio Emilia.

“Sarà il primo contraddittorio istituzionale che si tiene in Emilia Romagna e purtroppo sarà accompagnato da un vuoto normativo (manca il regolamento attuativo) che renderà il tutto un qualcosa tra l’inutile e la farsesco. Per celebrarlo questa organizzeremo un presidio davanti all’entrata di Palazzo Fonte in Via Emilia S.Pietro a partire dalle ore 16 dove si terrà il contraddittorio, che ricordiamo sarà vergognosamente a porte chiuse”.

“Nel frattempo -proseguono gli ambientalisti reggiani- emerge appena fuori da Reggio Emilia il business del biometano in tutta la sua ricerca sfrenata di speculazione economica: il progetto -quasi identico- presentato a Parma si somma a quello di Reggio e ad altri in giro per le altre provincie limitrofe per un totale incalcolabile di capacità ma senza che questo abbia a che fare con una qualche pianificazione regionale sui rifiuti o risponda a qualche esigenza di politica ambientale o dei Sindaci, perlopiù sempre ignari, qua siamo nel più totale far west dell’iniziativa privata a libero mercato e totalmente fuori controllo dove tutti presentano progetti per accedere agli incentivi statali, gli enti locali non hanno o non si dotano di adeguati strumenti di governo del territorio e vince chi arriva prima o frena la concorrenza grazie a favorevoli e servili sponde politiche: non c’entra nulla con lo spendere meno in bolletta, non c’entra nulla con la raccolta differenziata, non c’entra nulla con la crisi climatica, è solo una questione di soldi mascherata dai suffissi eco e bio, non c’è nessuna economia circolare ma solo un gran circolare di camion”.

“Diciamo no a questo progetto scriteriato -concludono gli organizzatori del presidio- e indichiamo come sempre nel compostaggio aerobico di ultima generazione e non di grande dimensione la via maestra per il trattamento della frazione organica: gli scandali nazionali degli ultimi giorni dimostrano alcune cose, il cosiddetto compost -ma il termine è usato in modo improprio- che si ottiene passando anche da digestione anaerobica per fare un po’ di biogas è in realtà alla fine solo un pessimo rifiuto da smaltire che rovina i campi dove viene steso, ed è sulla grande infrastruttura che si creano problemi di tenuta della legalità, mentre su impianti più piccoli, più controllabili e infine promuovendo il compostaggio di comunità si evitano queste attività criminali”.

nsr