Benzinaio rapinato e ferito con un colpo di pistola in settembre a Casalgrande: due nuovi arresti, un 42enne e una 26enne

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Svolta nell’efferato episodio verificatosi la sera del 12 settembre nella frazione Veggia di Casalgrande, dove un benzinaio era stato rapinato e colpito alla gamba con un colpo di pistola, mentre stava depositando l’incasso di giornata nel bancomat della Bper di via Radici.

Il Procuratore Capo di Reggio Emilia, Dott. Calogero Gaetano Paci con il Sostituto Procuratore titolare delle indagini, D.ssa Piera Cristina Giannusa, concordando con le risultanze investigative dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia, che hanno operato insieme ai colleghi delle compagnie di Reggio Emilia e Sassuolo, hanno richiesto e ottenuto dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di un 42enne catanese domiciliato a Sassuolo e l’analoga misura in regime di arresti domiciliari nei confronti di una 26enne foggiana residente a Scandiano.

Sui due, rispettivamente amico e fidanzata del 28enne pregiudicato sassolese già in carcere per questa causa, sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di concorso in lesioni aggravate, rapina aggravata, detenzione e porto illegale di munizioni e simulazione di reato. Il 28enne arrestato dopo dieci giorni dall’efferata rapina è anche accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti poiché, nel corso della perquisizione effettuata presso il suo domicilio, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato 2 etti di marjuana.

I FATTI

Erano da poco passate le 20 e 30 del 12 settembre scorso, quando i carabinieri reggiani sono intervenuti in via Radici della frazione Veggia di Casalgrande, precisamente nei pressi della Banca Popolare Emilia Romagna.

Poco prima, un benzinaio 53enne con attività nel limitrofo comune di Sassuolo, all’atto di depositare presso la cassa continua della stessa banca i bussolotti relativi all’incasso del distributore di benzina in cui lavora, aveva subito una rapina a mano armata ad opera di due persone, in parte travisate. La vittima, nel tentativo di opporsi alla rapina, aveva ingaggiato una colluttazione con uno dei rapinatori, durante la quale era stato ferito da un colpo di pistola al ginocchio sinistro.

Alcune persone presenti nelle vicinanze del luogo della rapina, sentendo i colpi di pistola, erano intervenute in aiuto della vittima. Il rapinatore quindi, impossessatosi di uno dei tre bussolotti che nel frattempo erano caduti a terra, contenente la somma di 3.500 euro, si era dato alla fuga salendo su una Lancia Y bianca, poi risultata condotta dal 42enne catanese oggi finito in carcere, dileguandosi in direzione Sassuolo, mentre alcuni testimoni dell’episodio avevano rilevato parte della targa.

INDAGINI

Dagli accertamenti immediatamente svolti sulle prime risultanze testimoniali appena dopo il fatto, alle 23 circa, la centrale operativa della Compagnia di Sassuolo aveva inserito in Banca Dati l’autovettura della rapina come oggetto di ricerche, in quanto la proprietaria del mezzo, rivelatasi poi essere la fidanzata del fermato, si era presentata presso quella caserma denunciandone il furto a opera di ignoti, avvenuto a suo dire intorno alle 20 della stessa sera, senza però formalizzare l’atto di denuncia.

L’atteggiamento tenuto dalla ragazza durante la sua permanenza in caserma, unito alle apparenti incongruenze nella successione temporale degli eventi così come dalla stessa esposti, aveva indotto i carabinieri a svolgere mirati accertamenti per rintracciare il veicolo e i suoi possibili spostamenti nella zona di Sassuolo-Casalgrande e comuni limitrofi.

Tali attività avevano evidenziato come il mezzo fosse stato poco prima della rapina individuato nell’area del comprensorio ceramico, con a bordo la ragazza e il 28enne. Le ulteriori investigazioni avevano consentito di appurare che il furto denunciato era risultato essere una simulazione per coprire la rapina e i suoi esecutori, che si erano dati alla fuga sulla stessa auto, abbandonandola successivamente nella zona delle Terme della Salvarola.

Qui è stata rinvenuta nella giornata del 14 settembre. Gli elementi presenti sull’autovettura in sede di sopralluogo hanno contribuito a dare ulteriori riscontri riguardo alla partecipazione del fermato all’evento criminoso.