Richiedenti asilo, bandi prefettura e accordi Italia-Libia, il focus di REC

Sabato 15 febbraio si svolgerà alle 16.00 in piazza Martiri del 7 Luglio a Reggio Emilia la
Manifestazione per l’abrogazione dei decreti sicurezza. In vista della manifestazione REC-Reggio Emilia in Comune, ha sviluppato alcune riflessioni con particolare focus su bandi accoglienza migranti della prefettura e sugli accordi Italia-Libia.
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“Da dicembre 2018 si consuma un bizzarro rituale ossessivo fra Ministero, Prefetture e Cooperative impegnate nello svolgimento dell’accoglienza straordinaria dei richiedenti asilo: centinaia di bandi pubblicati dalle prefetture con la ricetta Salvini per la gestione dei servizi di accoglienza straordinaria vanno in bianco; si procede quindi ad una proroga, possibilmente “morigerata” dei contratti in essere, a scadenza della quale, si va a chiudere il cerchio con l’emissione di altri identici bandi, atti dovuti questi che andranno anch’essi in bianco, ma necessari per poter legittimare nuove infinite proroghe. 

Se l’oggetto vero, mai messo a fuoco dal sadismo grigio di questa burocrazia, non fossero migliaia di esseri umani precari e inermi per statuto sociale, i richiedenti asilo, e per statuto contrattuale, gli Educatori, bisognerebbe risolverla spostando il dito medio di Cattelan, posto davanti alla borsa di Milano, direttamente nel piazzale del Ministero degli Interni. 

PICCOLA DIGRESSIONE
E’ di questi giorni, passato quasi in sordina, il rinnovo con tacito assenso, da parte dell’attuale governo, del Memorandum con la Libia, atto d’intesa sancito dal governo Gentiloni nel 2017 per sbarrare ogni corridoio di fuga dalla Libia, collo di bottiglia attraverso il quale sono passate per anni le speranze dei migranti provenienti da tutto il ventaglio subsahariano. E’ così stata raccolta oggi, e legittimata, l’eredità di un accordo fortemente voluto dall’allora ministro Minniti, ed ancora una volta sigillato quel collo di bottiglia, trappola ieri ed oggi di quelle che sarebbero state rinominate e scolpite nell’immaginario collettivo come le “prigioni libiche”. La cifra imprecisata di uomini in fuga, oggi presenti in Libia, sarebbe secondo le stime più attendibili, censita in 700.000 persone (fonte ONU e funzionari del ministero degli interni di Tripoli). 

L’Associazione “Mediterranea Save Humans” ha commentato così il successivo tentativo del ministro degli esteri Di Maio di emendare la coscienza a questo governo con la proposta di inserire negli accordi alcune postille di richiamo alla maggior presenza in Libia di organismi internazionali ONU, in particolare UNHCR e OIM “…invece di stracciare con vergogna quell’accordo, adesso si pensa che inserire due righe sulla tutela dei diritti umani basti a lavarsi la coscienza…”. E noi di REC non abbiamo commenti migliori.

TORNIAMO AI BANDI
In tema di migrazioni sono talmente tanti gli equivoci in cui la politica sguazza, che diventa difficile orientarsi nella stratificazione di scelte effettuate, talvolta indirizzate al maggior consenso e talaltra al minor danno necessario possibile. In attesa che le pressioni esterne al governo, (le sardine?), lo sospingano alla modifica dei decreti sicurezza, vediamo come questo governo ha operato, per farci uscire dallo stallo sui bandi CAS (I Centri di Accoglienza Straordinaria che accolgono ancora più di 1000 richiedenti asilo soltanto nella provincia di Reggio Emilia).

E’ stata emessa lo scorso 4 febbraio, a cura del ministero dell’interno all’indirizzo delle Prefetture, una breve circolare che illustra un nuovo schema di capitolato per la gestione dei centri di prima accoglienza nel rispetto delle leggi vigenti. Era talmente smisurato il margine economico che i capitolati Salvini avevano eroso, e talmente chirurgiche le picconate indirizzate ad attività ispirate a valori umani, che sembrava impossibile partorire ancora una volta un mostro. In realtà è nato un “piccolo mostro”, frutto di un bisturi attento a non spiacere troppo a nessuno: ai 5 stelle, ancora in parte attaccati alle loro precedenti alleanze e “scelte”, ed alla sinistra PD, quella che ancora invoca l’annullamento dei decreti sicurezza.
Se Salvini aveva tagliato da 35€ a 21,50€ (compreso l’onere di distribuzione della diaria giornaliera di 2,5€ ad ogni richiedente asilo ospitato) le rette per l’accoglienza, queste nuove linee guida correggono appena del 10-15% tale cifra. 

E’ bene affermare subito che non solo 3/4€ in più, non risolveranno il problema dei bandi deserti, ma potranno, paradossalmente, attrarre qualche gestore nuovo, sprovveduto, persuaso di poter realizzare un margine economicamente accettabile. 

Scriviamolo a chiare lettere, la buona accoglienza, quella efficace, costa. Costa perché è un investimento umano. Costa perché è l’unico strumento “professionale” in grado di limitare al massimo che sacche di emarginati vaghino senza arte ne parte in giro per il territorio nazionale, prede di predatori, le mafie nostrane in cerca di bassa manovalanza, prede dei predatori dell’agroalimentare, prede dei predatori della prostituzione e di tutti quei mondi grigi dell’economia ai quali si consegnano le esistenze più fragili, senza speranza.  

L’accompagnamento alla richiesta d’asilo in tutti i suoi processi, richiede assistenza professionale costante, a partire dalla bussola d’orientamento per entrare nella giungla delle istituzioni e delle burocrazie; poi, ci sono i processi di inclusione sociale, che non possono non includere la mediazione linguistico-culturale, l’acquisizione di competenze linguistiche, scolastiche, sociali, il sostegno alla ricerca lavoro/volontariato, la possibilità di mobilità sul territorio, l’educazione alla salute, alla legislazione locale e quanto altro gli operatori del sociale devono inventarsi di volta in volta. Tali operazioni di buona accoglienza, hanno poi massima efficacia nell’ottica dell’accoglienza diffusa in piccole unità abitative omogeneamente distribuite nel tessuto urbano. 

Detto questo, ci cadono le braccia quando leggiamo in queste linee guida, che qualora i bandi andassero nuovamente deserti, le Prefetture saranno autorizzare ad aprire a qualche operatore del privato con procedura negoziale, anche se privo di competenze. 
Questa reinterpretazione dei capitolati di gara, le titubanze sugli stralci ai decreti sicurezza, un memorandum con la Libia tacitamente rinnovato, sono a nostro avviso inequivocabili elementi di continuità con il governo Conte 1, e ci consegnano un PD ancora una volta, per chi ancora gli avesse concesso fiducia, schierato dalla “parte sbagliata”, con opinioni confuse e mai “di sinistra”, un PD ormai “foto ingiallita” come quel vecchio motivetto Francese che noi conosciamo nella meravigliosa interpretazione di Franco Battiato con il titolo “Che cosa resta”.
Di voi che resta antichi amori
Giorni di festa teneri ardori
Solo una mesta
Foto ingiallita fra le mie dita
“.

REC-Reggio Emilia in Comune