Bambino morto per la circoncisione, Mirabile: “Si faccia formazione sessuale agli immigrati stranieri”

“La tragica morte del bambino circonciso in casa dai genitori ghanesi residenti a Scandiano di Reggio Emilia (ndr: leggi qui), non è  un caso isolato: negli ultimi anni, le cronache hanno registrato purtroppo diversi decessi di piccoli, proprio a causa di pratiche tradizionali effettuate al di fuori dell’ambiente sanitario protetto o, e si parla di ben altro, di interventi terribili e assolutamente illegali effettuati sui genitali di bambini e soprattutto bambine (vedi infibulazione rituale).

Colgo quindi l’occasione di questa tragica vicenda, per cercare di andare oltre la notizia e proporre qualche strumento culturale, oltre che normativo, di prevenzione.

Ben distinguendo, ripeto, la circoncisione, legale e accettata, da altri interventi penalmente perseguibili in Italia, potremmo valutare, nell’interesse superiore dei bambini, di ogni nazionalità siano,  di formulare una proposta – forse coraggiosa – di istituire percorsi formativi di educazione sessuale per stranieri immigrati. Educazione intesa anche come rispetto del proprio corpo e del corpo altrui.

Questa proposta, che non vuole certo attirare critiche strumentali, ma essere contributo ad un dibattito costruttivo e civile, andrebbe letta seguendo l’esigenza crescente di lettura delle tradizioni e delle usanze sessuali che a noi, nel nostro Paese, non appartengono e mai devono trovare una seppur minima giustificazione antropologica, culture, etnica o qualsiasi termine si voglia usare.

Condannando giustamente l’infibulazione, per esempio, si potrebbe cercare di affrontare il difficile argomento facendo leva soprattutto sulle donne straniere residenti da noi. Alcuni importanti protocolli internazionali, sottoscritti anche dall’Italia, indicano le linee guida per il contrasto alle violenze sui minori e in particolare proprio alle mutilazioni genitali femminili.

E’ sbagliato pensare, come alcuni fanno, anche a livello di istituzioni, che il fenomeno sia lontano da noi. Assolutamente ! Abbiamo avuto casi di bambine finite al pronto soccorse perché mutilate dai genitori o da qualche “santone” che esercita nelle nostre città. Ricordo il caso di una bambina ricoverata a Reggio Emilia al ritorno da una vacanza nel Paese di origine dei genitori, dove era stata sottoposta alla ignobile pratica sessuale.

Roberto Mirabile

Altresì, non credo si debba in alcun modo assecondare la pratica delle mutilazioni, proponendo una forma di “surrogato” da effettuarsi presso i nostri ospedali, tanto per accontentare le famiglie, come se un taglietto fosse un placebo, propedeutico ad una integrazione culturale e sanitaria”.

Roberto Mirabile Presidente fondatore Caramella Buona Onlus, Lobbista alla Camera dei Deputati;Già membro dell’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile della Presidenza del Consiglio dei Ministri