Assalto ai portavalori inventato: in cella le guardie giurate. Il bottino custodito a Reggio Emilia

Non è mai avvenuto. L’assalto alle guardie giurate denunciato dalle stesse che, spacciandosi vittime, aveano dichiarato di esser stati assaltati dai rapinatori mercoledì scorso a mezzanotte lungo l’autostrada A22 Brennero all’altezza di Carpi, poi fuggiti con il bottino da 10 milioni.

Una messa in scena che si è rivelata per certi aspetti un po’ goffa, perchè agli inquirenti è bastato visionare le telecamere dell’autostrada per capire che nessuno è mai stati minacciato e che, anzi, le due guardie giurate, dopo il presunto colpo, continuavano tranquillamente la loro marcia senza stress.

La storia raccontata li vedeva vittime di un commando di rapinatori dell’Est Europa che li aveva tenuti in ostaggio con i fucili puntati. Una storia che non ha convinto fin da subito le forze dell’ordine che in 48 ore hanno scoperto come sono andate realmente le cose.

Le guardie giurate infatti, un napoletano 35enne e il crotonese 57enne residenti in Germania, dopo esser stati interrogati e aver confessato la messa in scena, sono finiti in carcere. Il bottino invece è stato recuperato a Reggio Emilia, in via Goito, nel garage di un’amica -ignara di tutto- del nipote 44enne del crotonese.

Quest’ultimo è stato il primo a confessare quando gli agenti hanno fatto irruzione in casa sua. Ma più che la presenza dei militari, a stupirlo è stato l’aver appreso l’entità del bottino, 10 milioni di euro, e aver capito che suo zio gli avrebbe dato solo delle briciole, ovvero 100mila euro. E’ stata proprio la presenza del nipote della guardia giurata crotonese sull’A22 alla guida del suo furgone (nella foto) a insospettire maggiormente gli investigatori.

nsr