Sono 55.700 gli alloggi di edilizia pubblica (Erp) presenti in Emilia-Romagna, 50.000 dei quali assegnati, dove vivono famiglie che per il 64 per cento sono italiane. Numeri che sono stati presentati in commissione Territorio, ambiente e mobilità (presieduta da Manuela Rontini) dalla vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini, durante la discussione sulla clausola valutativa della legge regionale 24 del 2001, che disciplina l’intervento pubblico nel settore abitativo. Diversi gli ambiti presi in esame durante la relazione: dal numero di alloggi pubblici a come sono distribuiti fino al profilo socio-demografico dell’utenza che li abita. Tutti i dati si rifanno a dicembre 2016.

Quanti e dove.

I 55.700 alloggi Erp sono distribuiti in 6.500 fabbricati e sono aumentati dal 2001 (quando erano 53.732) del 3,6 per cento. Ci abitano 119.371 persone, in aumento di 11.000 unità rispetto al 2001. Il maggior numero di alloggi Erp è concentrato nella provincia di Bologna (18.256), seguono quelle di Ferrara (6.652), Modena (6.213), Parma (6.091), Ravenna (4.582), Forlì-Cesena (4.387), Reggio Emilia (4.290), Piacenza (3.033) e Rimini (2.195). Il maggior numero di alloggi è nei comuni di grandi dimensioni. Oggi, dopo la riforma del 2001, gli alloggi sono per il 98 per cento dei Comuni. Gli edifici composti da soli alloggi Erp rappresentano il 52,4 per cento del totale ma sono in aumento i ‘condomini misti’, quelli in cui la quota pubblica è spesso minoritaria. Alloggi assegnati e non. Il 90 per cento degli alloggi è stato assegnato ma crescono, rispetto al 2001, quelli sfitti per via anche della crescita del patrimonio immobiliare.

A livello territoriale la distribuzione di quelli non assegnati presenta notevoli difformità: a Piacenza sono il 13,48 per cento del totale, segue Modena (13,04 per cento), poi Reggio Emilia (11,79 per cento), Ferrara (10,90 per cento), Bologna (10,70 per cento), Parma (8,96 per cento), Forlì-Cesena (8,39 per cento), Rimini (5,19 per cento), chiude Ravenna (4,67 per cento). Il profilo socio-demografico dell’utenza. Le famiglie che entrano negli alloggi Erp sono prevalentemente italiane e rappresentano il 64 per cento del totale. L’altro 36 per cento è composto per la quasi totalità da cittadini extracomunitari, considerando che il 4 per cento delle famiglie con alloggio Erp è comunitaria.

Nel dettaglio: tra le nazionalità maggiormente rappresentate fra le famiglie extracomunitarie troviamo la marocchina (37 per cento), l’albanese (11 per cento) e la tunisina (10 per cento), mentre fra le comunitarie quella più presente è la romena (66 per cento). Un utente su quattro può essere definito ‘anziano’.

Negli alloggi Erp vivono più donne (56 per cento) che uomini e, se si prendono in considerazioni le famiglie, sono prevalentemente piccoli nuclei. Il 37 per cento delle famiglie è composta da una sola persona mentre un altro 28 da due. Nel 83 per cento dei casi in cui l’assegnatario è italiano le famiglie hanno al massimo due componenti, sono anziane e vivono nelle province romagnole. Quando invece l’assegnatario è straniero le famiglie sono numerose, più giovani di età e vivono nelle province emiliane, in particolare a Modena. I nuclei famigliari hanno un redditto pari o inferiore a 7.500 euro annui (41 per cento dei casi) mentre un ulteriore 50 per cento sta nella fascia che permette l’accesso: quella inferiore ai 17.000 euro annui.

Nella stessa seduta è stato dato parere favorevole a due delibere di giunta: la prima riguarda l’aumento dell’accessibilità negli alloggi pubblici, la seconda invece la cessione di proprietà nell’edilizia pubblica. Per quanto riguarda l’abbattimento delle barriere, la Regione stanzierà 2 milioni di euro (fondi nazionali dedicati solo a proprietà pubbliche), che serviranno, per l’80 per cento, ad aumentare l’accessibilità verticale, ovvero installando nei condomini ascensori, l’altro 20 invece è dedicata a più interventi come l’allargamento delle porte o le rampe d’accesso. Una delibera (a cui hanno dato parere favorevole Partito democratico, Sinistra italiana, Misto-Mdp e Movimento 5 stelle, astenute invece la Lega nord e Fratelli d’Italia) accolta con favore da Giulia Gibertoni (M5s) che ha specificato come questo sia “un punto di partenza per spostare il ragionamento anche sugli edifici privati. Questo- ha sottolineato la consigliera M5s- perché in Emilia-Romagna sono pochi i condomini con ascensori”.

Stessa visione della dem Lia Montalti che suggerisce, per allargare la platea di possibili interventi, di “pensare ai fondi europei, che non fanno distinzioni tra privati e pubblico”. Con il parere favorevole alla seconda delibera in discussione (a favore la maggioranza, astenute invece le opposizioni) si è dato il via libera al calcolo forfettario e semplificato del contributo da restituire alla Regione nel caso in cui l’immobile in attesa di vendita mancasse di tutti i documenti per stabilire la cifra da restituire. La percentuale è stata fissata al 26 per cento del mutuo a tasso agevolato utilizzato per costruire la proprietà indivisa.