Airbnb e affitti brevi, Avv. Terenziani: “Nessuna concorrenza sleale. Va anzi incentivato”

Ha preso piede anche in Italia da tempo “Airbnb”, un portale online che mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi, con persone che dispongono di uno spazio extra da affittare, generalmente privati. Il sito fu aperto nell’ottobre del 2007 da Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk (wikipedia). Al giugno 2012 contava alloggi in oltre 26.000 città in 192 paesi e raggiunse 10 milioni di notti prenotate in tutto il mondo. Gli annunci includono sistemazioni quali stanze private, interi appartamenti, castelli e ville, ma anche barche, baite, case sugli alberi, igloo, isole private e qualsiasi altro tipo di alloggio.

Contro Airbnb sono intervenuti gli albergatori denunciandone la potenziale concorrenza sleale.

Di altro avviso l’Associazione della Proprietà Edilizia della provincia di Reggio Emilia, in rappresentanza della quale interviene la Presidente Avv. Annamaria Terenziani: “Non si tratta di concorrenza sleale, ma di semplice esercizio del diritto del proprietario a locare il proprio immobile, in tutto o in parte, anche per brevi periodi. Alcuni si muovono secondo le modalità del bed & breakfast, altri secondo le tipologie contrattuali della locazione breve, che nulla ha a che vedere con il bed&breakfast, e che soggiace già alle regole della locazione”.

“Occorre in ogni caso incentivare e non soffocare l’utilizzo del patrimonio immobiliare diffuso che svolge un ruolo fondamentale per la crescita del turismo -prosegue la Terenziani-, anche in luoghi diversi da quelli tradizionali; per la valorizzazione delle nostre città e dei nostri borghi, oltre che per il contrasto al degrado delle periferie; per la promozione del patrimonio culturale italiano; per lo sviluppo dell’economia, anche in territori non serviti dalla ricettività imprenditoriale. Perché tutto ciò sia possibile è però necessario che il legislatore, in particolare quello regionale, non frapponga ostacoli attraverso l’imposizione di adempimenti burocratici o fiscali che hanno il solo risultato di colpire una risorsa fra le più importanti del nostro Paese”.

“Dal punto di vista del proprietario -conclude la Presidente dell’Associazione- la locazione breve, anche turistica, consente altresì di raffreddare quelle spese (condominiali, di manutenzione, fiscali patrimoniali) che gravano sull’immobile indipendentemente dalla sua capacità di produrre reddito. Quando poi l’affittanza si traduce nella formula del bed&breakfast tanto chi offre alloggio in casa propria quanto chi è ospitato, cerca una tipologia di relazione umana e di scambio culturale che l’albergo non può naturalmente offrire”.

nsr