Aguzzoli lascia il gruppo del Movimento5Stelle “Errori e incoerenze inaccettabili nel M5S”. Le ragioni della scelta

Fabrizio Aguzzoli e Dario De Lucia

Il Consigliere comunale Fabrizio Aguzzoli abbandona il Gruppo consigliare del Movimento5Stelle, lista nella quale venne eletto. 
A livello nazionale il punto di riferimento di Aguzzoli sarà il gruppo di parlamentari cacciato dal M5S per non avere votato la fiducia all’attuale governo e che costituiscono ora un progetto politico raccolto sotto il simbolo di Alternativa c’è. È un gruppo che a livello regionale ha già raccolto l’adesione di almeno 40 fra consiglieri comunali e semplici attivisti fuoriusciti dal M5S.
A livello locale, darà vita insieme al consigliere Dario De Lucia (ex PD) a un nuovo gruppo consiliare denominato Coalizione civica per Reggio Emilia (Progressista ecologista alternativa).

Si seguito le ragioni della scelta di Fabrizio Aguzzoli di abbandonare il M5S.

“Lascerò oggi con una dichiarazione pubblica di fronte al Consiglio Comunale, con grande dispiacere, il Movimento 5 Stelle, che mi ha accolto nelle sue file e mi ha dato la possibilità di sedere oggi, su mandato dei cittadini della nostra città, in Sala del Tricolore per svolgere il servizio di consigliere comunale.
Non mi sono mai considerato un politico di professione, ma piuttosto un professionista “prestato temporaneamente” alla politica. Questo perché alla politica sono arrivato tardivamente e vi sono arrivato proprio quando, alla fine ormai prossima della mia carriera professionale, ho pensato di dovere rendere qualcosa a questa città che mi aveva dato così tanto in termini di opportunità di crescita personale, professionale e di salvaguardia dei diritti.

Ho ritenuto che questo rendere indietro non potesse che essere nella politica che fino ad allora non avevo mai considerato come una mia priorità di impegno, pur provenendo storicamente da un forte riferimento ideologico e culturale al mondo progressista e di sinistra.
Nel mondo della professione ho avuto modo di vedere da vicino l’interferenza, spesso non virtuosa, della politica, pertanto non è un caso che abbia scelto di “fare politica” dalla parte dell’opposizione di cui credevo e credo sempre di più, che questa città abbia un estremo bisogno.

Per età ed esperienza, credo, di essere ormai immune da facili entusiasmi, tuttavia ho ritenuto giusto in questo momento storico credere nel sogno che fosse possibile invertire la rotta discendente di questo paese che è come un organismo dilaniato da 3 cancri che si chiamano, MAFIE (E CRIMINALITÀ ORGANIZZATA), CORRUZIONE E BUROCRAZIA. Tutto questo fa sì che i giovani più capaci e meritevoli abbandonino sempre più spesso il nostro paese per cercare opportunità là dove il merito, l’impegno e le capacità permettano di farsi strada.

Ebbene sì, pur senza farmi soverchie illusioni. ho creduto che quei giovani, che trasudavano una bella energia riempiendo le piazze della protesta (molti di loro anche dotati di buone competenze tecniche), che mettevano in crisi il sistema salendo sui tetti di Montecitorio o sbattendo sui banchi del parlamento e scandendo “ONESTÀ – ONESTÀ”, potessero farcela a cambiare il sistema o quantomeno a smascherarne le contraddizioni. Ho respirato e mi sono innamorato soprattutto della onestà intellettuale di tanti umili attivisti che ho conosciuto sul territorio, attivisti che hanno fatto politica veramente dal basso, magari da “scappati da casa” come al sistema è piaciuto etichettarli all’interno di una ben orchestrata ed efficace campagna denigratoria, ma mettendoci sempre la propria faccia, il proprio impegno e certo, tante volte anche i propri soldi. Facendo politica dal basso, con i banchetti, fra la gente, tentando di proporre soluzioni per i veri problemi della gente.

Poi dopo il miracolo delle elezioni politiche del marzo 2018 che ha sdoganato il sogno di poter veramente cambiare questo paese, di poter “aprire le istituzioni come una scatola di sardine”, abbiamo progressivamente assistito invece alla restaurazione che è divenuta sempre più sconcertante fra errori ed incoerenze inaccettabili (una per tutte il “mai con il partito di Bibbiano”), con l’abbandono da parte dei vertici del Movimento, dei territori che rappresentavano la linfa vitale e l’anima del Movimento stesso, fino ad arrivare al voto che ha sancito di sostenere l’attuale governo che è quanto di più lontano nei programmi e nei compagni di strada, dai valori e dalle storiche parole d’ordine del Movimento.

Ero e sono contrario a questa deriva che è stata votata anche con l’ingannevole promessa di potere avere un nostro superministro della transizione ecologica per poi vedere arrivare un ministro amico delle trivelle e del nucleare, che etichetta il mondo ambientalista come “radical chic” fino a definirlo il male del mondo.

Eppure non ero ancora pronto, ma il momento di crisi per me inaccettabile, è giunto con la distruzione della riforma della giustizia che avevamo varato, con grande difficoltà, come unico possibile baluardo al degrado etico e per tentare la ricostruzione del paese. Avere accettato e votato la controriforma targata Draghi/Cartabia con l’improcedibilità per reati gravissimi è per me inaccettabile ed insuperabile e pertanto non posso più mantenere il mio nome ed il mio impegno accostati a quello del Movimento 5 Stelle.

A livello nazionale il mio punto di riferimento sarà da ora in poi il gruppo di parlamentari che è stato cacciato dal Movimento 5 Stelle per non avere votato la fiducia all’attuale governo e che costituiscono ora un progetto politico raccolto sotto il simbolo di Alternativa c’è. È un gruppo che a livello regionale ha già raccolto l’adesione di almeno 40 fra consiglieri comunali e semplici attivisti fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle.

A livello locale il mio ringraziamento va a tutti gli attivisti del Movimento, ormai purtroppo in larga parte dispersi ed ai colleghi (Soragni e Bertucci) con i quali ho condiviso questi oltre 2 anni di consigliatura ed ai quali rinnovo i sensi della mia amicizia e della mia stima perché, se anche ora ci dividono valutazioni diverse sul che fare e sul dove posizionarci, rimangono le profonde vicinanze sui valori e sui temi che furono i valori ed i temi del Movimento delle sue origini. Spero pertanto che questi valori condivisi, ci permettano, nel proseguo di consigliatura, di poter combattere ancora battaglie comuni perseguendo congiuntamente gli stessi obiettivi politici.

Dopo lungo ripensamento, ho deciso dunque di non dimettermi dal Consiglio Comunale nella convinzione che i 537 elettori che mi hanno onorato della loro fiducia, vogliano da me un impegno che giunga fino alla fine della consigliatura, ritengo cioè che l’impegno di programma debba prevalere sull’impegno di mandato.

Il mio impegno dunque continuerà in un altro contenitore che sarà rappresentato da un nuovo gruppo consiliare che andremo a costituire con il Consigliere Dario De Lucia, attualmente nel gruppo misto, e che sarà denominato COALIZIONE CIVICA PER REGGIO EMILIA (PROGRESSISTA ECOLOGISTA ALTERNATIVA)”.