“Adesso basta! Riprendiamoci la scuola!”, partecipata la manifestazione in centro storico

Manifestazione partecipata, quella che si è svolta in piazza Prampolini sabato 16 gennaio dalle 16.00 alle 18.00 organizzata da PAS Reggio Emilia (Priorità alla Scuola). Più di 200 persone presenti.
Studenti, insegnanti e genitori hanno manifestato esponendo striscioni dai messaggi chiarissimi: “Vogliamo una scuola sicura”, “Dimenticati a distanza”. “Priorità alla scuola”, “Noi burattini, voi burattinai a tagliarci le ali”.

“Il disprezzo che le istituzioni hanno verso il mondo della scuola si manifesta anche con il tempismo nell’annunciare le proroghe della chiusura: sempre poche ore prima della agognata riapertura, rendendo così inutile il lavoro svolto in ciascun istituto, vane le attese e l’impegno di insegnanti, personale ATA, studenti-esse e famiglie”, avevo evidenziato gli organizzatori spiegando le ragioni della manifestazione.
“Dall’estate la scuola è stata prostrata da richieste di adeguamento continue e contraddittorie, in spregio a ogni vitale programmazione, sia sul piano strettamente organizzativo che su quello pedagogico. Così facendo questo governo ha minato quotidianamente la residua credibilità della scuola pubblica, già mortificata da decenni di tagli ai finanziamenti e di marginalizzazione nell’agenda politica”.

“Basta con la retorica della scuola che non ha chiuso: le scuole sono aperte quando allievi-e e insegnanti ci sono dentro insieme, altrimenti sono chiuse e basta. La scuola aperta è quella che insegnanti e studenti-esse di PAS hanno fatto in strada a partire da novembre.
Non intendiamo accettare in silenzio la dissoluzione del secondo anno scolastico di fila, né che la proroga della chiusura stia diventando scontata e “naturale”.

“Le scelte del governo e degli amministratori locali -proseguono gli attivisti di PAS- sono fatte, al solito, sulla pelle dei e delle minori, ignorando deliberatamente quanto sempre più voci autorevoli denunciano, ogni giorno. Sulla base degli studi scientifici più accreditati, la scuola non è un luogo prioritario di contagio e la chiusura delle scuole – a meno che non sia accompagnata da un necessario lockdown totale – è una misura che non ha nessuna efficacia per il contenimento della pandemia. I danni cognitivi, psico-fisici e socio-economici provocati dal protrarsi della didattica a distanza sono invece gravi e ormai rischiano di essere irreparabili”.

“La nostra battaglia continua: per aprire la scuola, per tenerla aperta e per migliorarla, sapendo che finché resterà chiusa e in DAD non ci sarà nessun miglioramento, non sarà investito un euro.
La scuola deve essere aperta, e per questo continuiamo a chiedere:
– uno screening completo e continuativo della comunità scolastica (docenti, ATA, studenti) affinché la scuola possa riaprire in sicurezza;
– se le scuole sono così insicure, che il personale scolastico ad alto rischio sia considerato prioritario nella fase 1 dell’agenda vaccinale;
– che si intervenga su trasporti, spazi
– che si crei una cabina di regia tra sanità – scuola – trasporti.
Gli attivisti chiedono infine : 1)che le scuole riaperte non diventino un “verifichicio”, sprecando il tempo in presenza solo a uso di compiti e valutazioni; il tempo in presenza sia il tempo di ricostruire i rapporti; 2) che vengano annullate le prove INVALSI di quest’anno.

nsr