A Reggio Emilia il VI Convegno nazionale dei futuristi italiani: anticipazione scenari per la previsione strategica

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I futuristi italiani si incontrano a Reggio Emilia per il VI Convegno nazionale. Venerdì 24 giugno, al centro internazionale Loris Malaguzzi di viale B. Ramazzini, si ragionerà sull’anticipazione e la previsione degli scenari futuri delineando le opportunità e gli strumenti di pianificazione per le istituzioni, l’amministrazione pubblica e le imprese. 

La giornata di lavori dal titolo “È già domani”, organizzata da AFI – Associazione Futuristi Italiani con il contributo e il patrocinio di Unindustria Reggio Emilia, vedrà la partecipazione delle autorità, di studiosi, amministratori e imprenditori. 
Subito dopo la registrazione dei partecipanti, dalle ore 8.30 alle 9.00, l’evento si aprirà con i saluti del presidente di Unindustria Reggio Emilia Fabio Storchi e dell’assessora alle Politiche per la sostenibilità del Comune di Reggio Emilia Carlotta Bonvicini. Alle ore 9.30 con Dimitri Lorenzani, \Cabinet Member of Maroš Šefčovič – European Commission Vice-President for Inter-institutional Relations and Foresight, Duncan Cass-Beggs, consigliere per la Previsione Strategica OCSE, e Filippo Vergara Caffarelli, consigliere per le questioni economiche europee del sottosegretario Vincenzo Amendola, si parlerà di “Istituzioni e futuri”.
Dopo una pausa, alle ore 11.30, si affronterà il tema “Pubblica amministrazione come volano di sviluppo” con gli interventi di Ilaria Casillo, vicepresidente della Commissione francese sul dibattito pubblico, e Pia Marconi della Scuola Nazionale della Formazione e Cecilia Cellai di Tecnostruttura delle Regioni. I lavori proseguiranno nel pomeriggio, a partire dalle ore 14.00, con l’intervento dal titolo “La sfida della responsabilità sociale d’impresa” con Fernando Alberti, Strategique (Harvard), l’amministratore delegato Sisal Spa Francesco Durante e il presidente di Landi Renzo Spa Stefano Landi. Alle ore 16.00 il consulente e futurista Maurizio Mosca e il presidente Laborfonds Michele Buonerba, affronteranno il tema “Ripensare la rappresentanza”. Alle ore 17.30, fino alla chiusura prevista per le ore 19.00, spazio al “Welfare anticipante” con Roberto Poli, Cattedra UNESCO sui sistemi anticipanti, e Simona Lembi, responsabile Piano per l’Uguaglianza della Città Metropolitana di Bologna.
In tempi di cambiamenti sempre più rapidi, complessi, veloci, caratterizzati da crescenti incertezze, è necessario sviluppare politiche “a prova di futuro” con capacità anticipanti, istituzionalizzando processi di previsione strategica nei processi decisionali. 

Già molte grandi istituzioni internazionali usano strumenti di futuro per impostare le loro strategie. Ad esempio la Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, ha istituito per la prima volta una vicepresidenza allo Strategic Foresight, affidata a Maros Sefcovic. Nel dicembre del 2020 l’UNESCO ha organizzato un summit internazionale dedicato alla Futures Literacy, che ha coinvolto oltre 8.000 persone. Oggi quasi tutti i governi europei hanno una unità di previsione strategica e l’Italia è forse l’ultimo Paese europeo a non averne una specifica. Oltre alle istituzioni, anche molte aziende – come ad esempio Shell, Lego, Pepsi, Daimler – si sono mosse in questa direzione. Questo approccio è utile a tutte le organizzazioni, agli enti pubblici e alle aziende, ma anche alle associazioni di categoria e ai consorzi. Anche questi ultimi si trovano ad affrontare cambiamenti inaspettati e anche per loro si pone il problema di adottare strumentazioni più avanzate. 

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L’Associazione dei Futuristi Italiani (AFI), costituitasi il 15 dicembre 2018 nella cornice del Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’Università di Trento, è nata per promuovere la conoscenza e la diffusione degli studi di futuro e per definire, aggiornare e valorizzare la figura e le competenze del futurista quale professionista delle tecniche di anticipazione
Per AFI i futuri sono sempre declinati al plurale perché il futuro dipenderà anche dalle scelte che faremo. Il passato da solo non basta più per capire cosa fare nel presente. Occorre fare un salto temporale in avanti, anche di 20 o più anni, visualizzare i problemi e le opportunità che possono emergere e tradurli in scenari che aiutano a capire le opzioni che abbiamo a disposizione.