130 anni fa nasceva Madre Giovanna Ferrari, fondatrice delle missionarie francescane

Ricorre quest’anno il 130° anniversario della nascita di madre Giovanna Francesca Ferrari, al secolo Luisa, nata a Reggio Emilia il 14 settembre 1888 in corso Cairoli. La fondatrice delle Missionaria Francescane del Verbo Incarnato era la settima figlia del prof. Giuseppe Ferrari, valente insegnante, poeta e letterato e di Eurosia Salami.

Luisa ricevette il Battesimo il 3 novembre 1888 nel battistero di Reggio, la Cresima il giorno di Pentecoste del 1897, all’età di nove anni, e la Prima Comunione il 6 giugno 1901 in San Nicolò.

Nel 1907 conseguì il diploma di abilitazione all’insegnamento elementare; frequentò corsi di perfezionamento nel campo educativo e corsi di musica e lingua straniera e, successivamente, ottenne il diploma di maestra giardiniera. Fece alcune supplenze come maestra elementare, poi si impegnò attivamente presso la Colonia-Scuola “A. Marro” di Reggio Emilia per bambini e ragazzi con disturbi psichiatrici, e nell’Istituto Ciechi. Si dedicò alla formazione morale-cristiana di giovani operaie, con conferenze ed altre iniziative; all’assistenza ai figli dei richiamati alle armi nel periodo bellico; a molteplici attività educative e di carità, sempre dando in tutto testimonianza di grande dedizione e sacrificio. Entrata a far parte del Terz’Ordine Francescano, ne divenne prima segretaria, poi ministra provinciale.

Animata da profonda fede e dal desiderio di consacrarsi a Dio, nel 1920 emetteva i voti privati di castità, povertà, obbedienza nelle mani del suo direttore spirituale il cappuccini padre Davide da Savignano. Due anni dopo, assieme a Margherita Bertolotti dava inizio a Roma alle “Poverelle del deserto” Nel 1929 nell’Oratorio delle “Otto facce” di Reggio Emilia, alla presenza del cappuccini padre Daniele da Torricella, avvenne il primo raduno e la consacrazione-offerta delle prime sette “Spose del Verbo”.

Il 10 dicembre dell’anno seguente veniva aperta la prima casa a Motta Filocastro (ora provincia di Vibo Valenza). Nel 1932 a Sabbione si ebbe l’apertura della casa che sarà per diversi anni la Casa Madre e la sede della formazione iniziale; nel 1933 madre Giovanna faceva il suo ingresso nella comunità di Motta Filocastro. In seguito alla richiesta del vescovo di Guastalla, monsignor Giacomo Zaffrani, venne aperta la casa di Villarotta di Luzzara. Nel 1947 l’Istituto delle Missionarie Francescane del Verbo Incarnato –di cui continuava ad essere la superiora generale – riceveva l’approvazione diocesana, per poi diventare di diritto pontificio.

La Madre era animata da un forte spirito missionario; nel 1948 partirono le prime quattro missionarie per l’America Latina e l’anno dopo madre Giovanna trasferiva la Casa Madre e il Noviziato a Fiesole, che divenne sede del governo generale dell’Istituto. Nel 1952 madre Giovanna faceva visita alle prime comunità dell’Uruguay. La religiosa si spense il 21 dicembre 1984 a Casa Madonna di Fiesole e il 23 dicembre si celebrarono i solenni funerali nella cattedrale di Fiesole; il giorno successivo la salma fu trasportata ad Assisi dove la serva di Dio madre Giovanna venne tumulata presso la cappella della Casa del Noviziato.

Grande stima ebbe per madre Giovanna il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che il 14 settembre 1988 la commemorò ad Assisi nel centenario della nascita, sottolineandone la fede ostinata, la combattività e nel contempo la dolcezza; l’amore totale, completo, definitivo per il Signore; l’umiltà, il rifiuto dei sottintesi; il dono dell’amicizia.

I bambini, i poveri, gli ammalati, gli emarginati, i più bisognosi, le parrocchie sono il campo di apostolato privilegiato delle Missionarie Francescane del Verbo incarnato, presenti in Angola, Bolivia, Brasile, Italia, Uruguay, Turchia. Fino al 2015 le religiose erano presenti anche in Centrafrica.

A Reggio, oltre alla Casa in via Ferrari Bonini, le suore svolgono il loro prezioso servizio nella parrocchia di San Giuseppe al Migliolungo, Sabbione; continua la loro presenza a Villarotta di Luzzara.

Sarebbe veramente auspicabile che il nome della reggiana madre Giovanna Francesca Ferrari venisse ricordato anche dalla toponomastica cittadina, per quanto ha operato per la nostra comunità.

Giuseppe Adriano Rossi

 (Nella foto: madre Giovanna)