“Il Diritto alla Città Storica”, di Italia Nostra

“La città è un bene comune e in quanto tale appartiene a una collettività che deve condividerne il progetto e la gestione.

I maggiori interventi edilizi degli ultimi anni, decantati dall’amministrazione come strumenti di riqualificazione e rigenerazione urbana di pubblico interesse, sono stati realizzati grazie a una serie di varianti al Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE), contrarie alle prescrizioni del Piano del Centro Storico, che lo stanno trasformando con una serie di interventi isolati, un campionario di soluzioni che non dialogano tra loro, poco rispettose di storia e memoria. Il tutto in assenza di una visione di insieme.

Non si tratta di prendere posizione verso il nuovo in contrapposizione alla storia, ma mettere in evidenza un errato approccio metodologico che ha portato a snaturare il centro storico della nostra città.

Gli esempi sono eclatanti: la demolizione dell’ex Palazzo delle Poste (opera dell’architetto romano Roberto Narducci) con costruzione di un palazzo totalmente avulso dal contesto, l’ampliamento del palazzetto di via Guasco e la costruzione di un edificio nell’area di pertinenza dei chiostri di San Pietro. In quest’ultimo caso stiamo parlando di un autentico e straordinario gioiello della città, potenzialmente in grado di attrarre interesse a livello internazionale e da sempre salvaguardato da ogni piano regolatore con vincolo di massima tutela di restauro scientifico e conservativo.

Anche sui rifacimenti delle piazze di Reggio molte critiche circonstanziate e proteste sono rimaste inascoltate: il cosiddetto progetto Estense è stato calato dall’alto e condotto con una mutazione arbitraria e una troppo marcata discontinuità rispetto al passato, ignorando le tracce del primo novecento e le ambientazioni tipiche della fine dell’ottocento.

Italia Nostra ha contributo a introdurre il concetto di centro storico come bene “unitario”, da salvaguardare nel suo insieme e non soltanto monumento per monumento. La città antica non è da considerare come un assortimento di edilizia minore e di architetture più o meno importanti, ma come un complesso unitario, nell’articolazione organica di strade, case, piazze, giardini e altri spazi aperti urbani di interesse storico o artistico. Gli antichi centri urbani sono un patrimonio incalcolabile, perché la storia vi si è sedimentata e stratificata.

La consapevolezza dell’importanza del centro storico e dei monumenti in esso contenuti è sempre stata rimarcata da tutti i Piani Regolatori della città, da una consolidata prassi internazionale e dalla stessa legge regionale 20/2000 ai cui articoli si rimanda espressamente negli atti amministrativi adottati che prescrive, per gli immobili tutelati, interventi contenuti nelle categorie della manutenzione, del restauro scientifico e del risanamento conservativo.

Le leggi vanno ottemperate con sincerità e trasparenza, non svuotate con furbizie burocratiche: non è eticamente corretto che atti così importanti, come le modifiche al regolamento urbanistico, vengano portati avanti senza doverose e ampie consultazioni. Non c’è onestà intellettuale quando si afferma che nessuno ha fatto osservazioni alle varianti pubbliche. Semplicemente non c’è mai stata una vera volontà di informare e condividere con i cittadini l’effettiva portata di interventi che compromettono in modo significativo gli spazi più prestigiosi della città.

Un modo di operare che ha portato alla perdita di una visione unitaria e di una progettazione a largo respiro, sostituita da interventi isolati che non rispettano, anzi stravolgono, l’armonia e il carattere della nostra città. Sono state troppe le decisioni unilaterali sempre più indifferenti alla nostra storia, alla nostra cultura e prive di confronti con la comunità.
Per questo Italia Nostra propone la riaffermazione della pianificazione pubblica come unico strumento in grado di regolare i meccanismi di crescita e trasformazione della città e, soprattutto, di promuovere la tutela e autentica valorizzazione di piazze e centri storici, fermando scempi, interventi e usi incongrui per favorire corrette strategie di restauro e valorizzazione, attraverso un sistema di regole certe e condivise”.

Il Consiglio di Italia Nostra, Sezione di Reggio Emilia