102 anni fa nasceva Gianni Rodari, il più grande scrittore di storie per ragazzi, partigiano, comunista, era molto legato a Reggio

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Il 23 ottobre di 102 anni fa nasceva ad Omegna Gianni Rodari, il più grande e straordinario scrittore di filastrocche, storie e poesie per bambini e ragazzi, che ha saputo dare una dimensione mondiale alla letteratura per l’infanzia.
Ha saputo inoltre determinare in modo positivo la pedagogia, oltre che segnare profondamente intere generazioni di bambini.
Lo scorso anno 2020 è stato l’anno del centenario della nascita di un uomo che ha mutato in maniera “fantastica” il modo di rivolgersi e di scrivere ai ragazzi e per i ragazzi. Con la nostra città ebbe sempre un legame molto solido, un vero rapporto ideologico profondissimo.

Gianni Rodari fu un partigiano e comunista, particolare volutamente omesso nel ricordarne la storia e la vita.
Nel 1972, su invito del comune di Reggio Emilia, Gianni Rodari terrà per quattro giorni una serie di incontri con cinquanta insegnanti delle scuole per l’infanzia, elementari e medie, soprannominati “Incontri con la Fantastica”.
E proprio alla città di Reggio Emilia, Gianni Rodari dedicherà il suo testo più importante, la base di quella sua inesausta volontà di inventare storie, ossia “Grammatica della Fantasia”, che prese forma durante quei giorni reggiani. Ancora una volta a saldare un legame indissolubile, nella costante ricerca della necessità che l’immaginazione possa avere un posto preminente nell’educazione di bambini e ragazzi.

E proprio nella conclusione dell’antefatto ne la “Grammatica della Fantasia” così scriverà: “Io spero che il libretto possa essere ugualmente utile a chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola. “Tutti gli usi della parola a tutti” mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo”.
La conferma quindi, chiara, dell’esperienza politica ed umana nella Resistenza, in opposizione al fascismo, ad ogni forma di fascismo, attraverso l’uso rivoluzionario della parola.

Ebbe inoltre “fortuna” in Urss con “Il romanzo di Cipollino” e con “Il libro delle filastrocche”, le sue storie vennero tradotte in russo ed in tutte le lingue parlate nelle repubbliche socialiste sovietiche, una travolgente popolarità nel Paese dei Soviet che dura tuttora, anche dopo la sciagurata dissoluzione dell’Urss.
“Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del profitto) ha bisogno di uomini a metà – fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà – vuol dire che è fatta male e che bisogna cambiarla. Per cambiarla, occorrono uomini creativi, che sappiano usare la loro immaginazione.

Qualcosa ho fatto. Senza falsa modestia. Se quando in Italia si parla di letteratura infantile bisogna fare al primo posto il nome di un comunista, con tutto quel che la cosa comporta, qualche merito ce l’ho anch’io. Gianni Rodari”. Se non è rivoluzione questa, ecco perché oggi è completamente consurato il riferimento politico e l’adesione ideologica di Gianni Rodari: il partigiano, il comunista.

Alessandro Fontanesi