100 anni fa nasceva il Partito Comunista Italiano. Intervista a Vincenzo Bertolini, Segretario del PCI di Reggio Emilia negli anni ‘80. “Il primo vero comunista? E’ stato Gesù Cristo: va beh, credeva in Dio, ma tutto ciò che ha fatto l’ha fatto da compagno”

Vincenzo Bertolini durante un'assemblea del PCI di Reggio Emilia negli anni '80

100 anni fa nasceva a Livorno il Partito Comunista Italiano. Reggio Emilia, fra le federazioni che vantavano il più alto numero di iscritti e che gli americani di Fort Worth (ndr, città gemellata con Reggio Emilia) definivano “culla del comunismo italiano”, aveva negli ‘80 come Segretario provinciale Vincenzo Bertolini. Un ruolo importante anche a livello nazionale, perchè allora essere Segretario del PCI in questo territorio significava potere su tutto e autorevolezza politica nell’intero panorama politico del Paese.
Bertolini era un riformista. Uomini come lui, Napolitano, Lama, Macaluso, Chiaromonte e Nilde Iotti venivano definiti “miglioristi”, con una punta di disprezzo perché per il Pci-Pds di allora erano troppo a destra, quasi dei traditori.
NextStopReggio ha intervistato Vincenzo Bertolini.
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Bertolini, 100 anni fa in Italia nasceva il Partito Comunista Italiano. Le batte ancora il cuore “rosso”?
Certo! Quello pulsa sempre così. Purtroppo è stato un tentativo non andato a buon fine di fare il bene dell’umanità. In quegli anni sono nati Partiti Comunista in tutto il mondo.

Bene dell’umanità in che senso?
Innanzitutto per migliorare le condizioni del popolo, che era una cosa che volevano tutti e subito, ma non dimentichiamo che Mao Tse-Tung ha rimesso in piedi la proprietà privata, cosa prevista anche in Russia. Stalin voleva fare alla svelta. Si tentava di costruire una politica social democratica, non come quelli di adesso eh, che non sono veri social democratici, ma fotocopie mal riuscite.

Cosa ricorda del giorno in cui divenne Segretario del PCI di Reggio Emilia?
Divenni segretario nel 1983, congresso che avrebbe dovuto segnare la cacciata dei miglioristi, ma, incredibilmente, ne segnò invece una grande vittoria. Pensi che il compagno Ingrao che era stato mandato da Roma in pratica per impedire la mia elezione, rifiutò di venire alla sera a cena al termine del congresso come invece era consuetudine. Fece un po’ come ha fatto oggi Trump con Biden.

Vincenzo Bertolini

Che consenso aveva sul territorio il PCI in quegli anni?
Aveva il 53% in provincia e il 50 virgola qualcosa in città.

Una maggioranza che non necessitava di accordi particolari. Forse in città…
Proprio così, in città eravamo al limite, ma negli anni ‘80 diedi vita alla cosa più importante: una giunta pluralista con più partiti. Non era graditissima ai compagni… per andare a spiegarla nelle sezioni mi accompagnavano i Carabinieri.

Come riuscì a convincerli?
Li convinsi evidenziando i numeri: visto che avevamo circa 25 consiglieri su 51, ogni volta, per fare maggioranza, avevamo bisogno di rubare un socialista ai socialisti.

Com’era formata la giunta pluralista di quegli anni?
Era formata da PCI, Socialisti, Social Democratici e Verdi, che allora erano considerati di centro.

Impensabile a quei tempi un coinvolgimento della Democrazia Cristiana?
Veramente io all’ultimo congresso parlai di possibili aperture verso la DC, ma tutta l’assemblea mi fischiò.

Senta, ma anche i Social Democratici non erano visti benissimo dai compagni.
E’ vero! Venivano considerati dei “social fascisti”. Invece oggi sono tutti orgogliosi di essere definiti “Social Democratici”, alleati di Biden ecc… “Che giorno radioso per l’Europa!”, ha gridato all’indomani delle elezioni americane il fratello di Montalbano (ndr, vivace e significativa espressione di Bertolini nel richiamarsi al Segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti, fratello dell’attore Luca, che interpreta il Commissario Montalbano nella nota serie televisiva).

Bertolini, fra diversi militanti reggiani del PCI, oltre alla nostalgia per i tempi andati, emerge anche amarezza per il sogno infranto, considerato “un fallimento” politico vero e proprio.
A mio avviso è una definizione ingenerosa. Per prima cosa le elezioni le vinse la DC, inoltre è ingeneroso anche verso Togliatti, non dimentichiamo infatti che Togliatti, tornando da Mosca a Salerno, disse che era disponibile a un governo di unità nazionale che comprendesse anche il Re.
Certo è vero che il PCI ne ha fatte di cotte e di crude, quindi ha commesso errori, ma ne ha anche fatte delle giuste. Se il lavoratori italiani oggi vengono definiti “ceto medio” a chi lo si deve principalmente?…

L’amarezza e sofferenza di molti ex PCI che ci hanno creduto si percepisce però chiara.
Mah…amarezza, secondo me molti fingono di essere amareggiati, ma in realtà stanno bene come sono: hanno buoni stipendi e quando c’erano le cooperative tutte le loro famiglie hanno trovato lavoro nelle cooperative. Ci si scandalizza nel sentire parlare del termine “Sistema Reggio”, ma non è sbagliato, perché di fatto era stato creato un vero e proprio “sistema”. D’altra parte ogni sistema politico è un sistema.

Nel 2021 un vero comunista in che partito si colloca?
Se ha creduto negli ideali del comunismo, deve continuare a credere in quegli ideali, lavorando semmai perché il PD si rinnovi profondamente, come dicono da un po’, verso una svolta.

Lei pensa che possa realizzarsi questa speranza?
Mah, veramente sono piuttosto dubbioso.

Come vede l’attuale Governo italiano?
Questo Governo lo vedo molto debole. Potrà anche farcela, ma non potrà andare avanti così a lungo. Dicono che se si dovesse andare alle elezioni vincerà il centrodestra, ma io non ci credo, e comunque, se dovesse accadere, che provi a governare, così vediamo cosa fa. Si chiama “democrazia liberale”. Se non siamo stati in grado noi….Che poi, sia chiaro, non è stata solo colpa nostra, ma anche dei socialisti, dei democristiani di sinistra e dei dossettiani.

Quale messaggio desidera dare oggi, nel centenario della nascita del PCI, ai compagni di viaggio che hanno condiviso i suoi ideali?
A coloro che hanno condiviso le mie idee riformiste auguro di continuare a battersi per attuare delle riforme vere su: 1) Corruzione; 2) Giustizia; 3) Regime Fisale, effettivamente esagerato; 4) Infrastrutture: vengono giù i ponti come le nocciole.

Ha ancora senso oggi definirsi “comunisti”?
Intanto intendiamoci sul nome: “comunismo” sembra che voglia dire tutti uguali, che invece non va poi così bene… dovrebbe cambiare nome. Detto questo, se l’umanità vuole salvarsi, se si vuole evitare la fine del mondo, il comunismo è inevitabile.
Comunque, guardi che il comunismo esiste da sempre. Gesù Cristo ad esempio era un comunista, è vero che credeva in Dio, ma quello che ha detto e fatto, l’ha fatto da vero compagno.

Marina Bortolani, @nextstopreggio